IMPERFEZIONI
(Note di pensieri raccolti tra una imperfezione e l’altra)

Sono quattordici gli autori del Fotoclub Immagine di Merano che presentano le loro opere, in risposta ad una impegnativa tematica che percorre la strada del tempo, della storia e del vissuto dell’uomo. Quanta letteratura e filosofia viene dedicata al tema di sempre. L’uomo e la sua esistenza. La perfezione come meta da raggiungere, l’imperfezione come tragitto da percorrere, prove da superare. La meta è lontana. Le opere in visione, però, non ti danno la possibilità di dedicarti ad ulteriori considerazioni. Ti guardano ed attendono, non tanto il tuo giudizio riferito ad una suggestiva prospettiva o costruttiva composizione, secondo le regole di Panofsky , ma rimangono in attesa di un tuo consenso, di una tua partecipazione a riflettere e prendere atto delle problematiche che oggi il tessuto sociale ci presenta.
Gli interrogativi non mancano di certo, come quello offerto dalle opere di Anna Ferigo con “Extreme Imperfection”. Il vecchio e il nuovo ti si presentano e ti stimolano ad una risposta … Qual cosa è da considerare imperfetta? Il passato con i suoi ricordi e la sua storia oppure il nuovo con la sua arroganza ed invadenza? Proviamo a rispondere.
“ Eppure, la bellezza nasce anche in questo mondo ” ci ricorda con le sue quattro opere in bianco e nero Antonino Fermani un autore attento nel cogliere e trasmettere l’esatto punctum della fotografia; l’immagine ti prende, ci sei dentro. Una rete ti divide dal campo, una rete accoglie un bimbo, emblematiche immagini. ”Prigioniero di un burattinaio” Penso … In qualche misura lo siamo tutti … Fatalità … Destino …. Imperfezione?
Si presenta con un’acronimo l’opera di Catello Nigro. Una “ I “ come infinita, “ M “ come mentale “ P “ come perfetta e l’akron continua. La figura femminile si apre al dialogo, ma c’è una maschera … un volto … tanti volti una cornice … Enigma forse! Il desiderio di liberarsi. “ O “ come ombra, “ N “ come nascosta, “ E “ come essere. L’acronimo si conclude e la figura femminile si completa guardando lontano … E’ nel futuro..!
“ Prevenire prima di …” Un tema forte quello che ci presenta Chiara Boggian. Una tematica sentita e discussa ad ogni livello sociale. Il pedofilo e la sua maschera. Si insinua tra la gente, gioca con l’innocenza, si pone al servizio che sa di beffa, ma poi l’abuso, l’omertà, il silenzio.. E’ un lavoro in dieci stampe in bianco e nero, la cui lettura ha il sapore della cronaca triste e reale: L’imperfezione prende il nome di “ Pedofilia “ che è una brutta storia, ma purtroppo Vera! “ Getta la maschera e fatti aiutare”. Un perentorio invito!
Il livello della mostra si mantiene alto. Il visitatore subisce altri attacchi. L’attenzione si ferma dinanzi all’opera di Eleonora Callierotti, la fotografa delle stelle. Ma con questa sequenza ci tiene con i piedi ben a terra. Si parla di omosessualità. “Noi non vediamo le cose così come sono, ma le vediamo così come siamo” ci viene in mente la scrittrice Anais Nin. Dai suoi diari il film Henry & June anni ’90. La brava fotografa tratta il tema del rapporto di coppia dello stesso sesso con un lavoro in bianco e nero, con inquadrature cercate, volute, delicate.
“ De-Cadenze ” Una serie di foto dove Emanuela Laurenti propone il suo personale ed ironico modo di essere parte del contemporaneo. Il visitatore viene tratto in inganno. Pensa al colore, ad un insieme di immagini simpatiche e piacevoli, c’è ritmo e vitalità, esuberanza ed energia. Ma quella immagine con la radiografia in mano, ti dice tutto. La dinamicità del “ colorato vivere” si attenua nella mente di chi osserva.! Ma c’è speranza ed ancora desiderio di umor, le gambe si esprimono in un linguaggio dinamico e continuo. C’è vita!
Opera unica per Enzo Bologna. Due gli elementi di lettura. Una pizzeria italiana. Un muro in mattoni rossi, con una vistosa crepa ed un altrettanto vistoso cerotto. E’ la sintesi di un discorso. L’imperfezione deriva dal muro curvo e mal messo oppure da tutto quel discorso avvolte retorico, anche politico, molto sociale che vede l’italiano e la pizza ovunque e comunque? Ci pensiamo! Il visitatore procede.
Fabrizo Giusti condanna l’imperfezione che deriva dalla debolezza umana. Quando non si ha la forza di reagire, di prendere atto che ciò che stai facendo ti attira in una strada senza ritorno. “Slot Paradise ” Una sequenza fotografica ben costruita, quasi teatrale. Un dramma per coloro che dal dramma si lasciano imprigionare. Quell’immagine della finestra aperta, la bottiglia semivuota, la giacca appesa, vale più di una pagina scritta. E’ un fotogramma fisso, infatti ciò che segue è la negatività di una vita. Un falso paradiso ..Il sipario si chiude, il banco vince.
Gigi Sommese con il suo “ Fuori scena ” ci mantiene con gli occhi inchiodati sulla scena. Ancora una volta l’uomo si rende protagonista del suo egoismo e della sua stupidità. Ogni immagine di questo impegnato autore ha una sua precisa motivazione e il testo risalta tutta la drammaticità del dramma umano. La violenza sulle donne è cronaca del nostro tempo. Un bianco e nero di intensa emotività.
“ Think Green” Pensa verde. E’ il suggerimento di Maurizio Fiammengo autore fantasioso. Vivere in una dimensione più naturale. Viviamo in equilibrio tra luce e oscurità. E’ uno degli slogan che hanno accompagnato L’ecofestival svoltosi a Roma in primavera. Scorrevole sequenza, buono il ritmo, composizioni cercate, contenuto di velata ironia. L’imperfezione stimola la creatività.
E’ una suonata di violino il pentagramma fotografico di Remo Forcellini. L’archetto del tempo e della riflessione si agita con impaziente ritmo sulle corde della vita e del tempo che si manifesta sempre fuggevole e silenzioso, lasciando il segno del suo passaggio. La sofferenza, il dolore, lo scorrere della vita, rimpianti e delusioni. L’archetto scorre veloce le note si rincorrono come in un moto perpetuo.
“ Special Things ” Imperfettamente utili. La giovane fotografa Sandy Kirchlechner con le sue opere introduce il visitatore nel mondo delle cose speciali. Il prodotto firmato. La creatività che deve affascinare. Ogni “cosa” ha un prezzo. Entri nella spirale del consumo, dell’apparire. La cintura apparentemente consumata dall’usura mantiene vivo il contrasto con la impreziosita fibbia. Ciò che è nuovo deve concedersi al segno del finto vissuto come il pregevole calzino dal tallone scoperto, e naturalmente il prezzo da concedere all’utile imperfezione.
Opera unica quella proposta da Stefano Andretta.. Una figura femminile, la testa di un bimbo. Un luogo chiuso. Fuori una pioggia battente. L’imperfezione si anima, prende possesso delle nostre paure. E’ il viaggio del nostro quotidiano.
Siamo dinanzi all’opera di Viviana Morandi. .” l’immaginazione è dote del folle o è follemente magnifico immaginare?” Sei stampe dove il bianco e nero viene a sottolineare la drammaticità del racconto. Cronaca di uno stato d’animo che tra rinunce e speranze, tra attese e delusioni porta una ragazza “ alla visione distorta della realtà”, come sottolinea l’autrice nel suo commento. Una desiderata, ma mai avvenuta maternità ne è la causa del sopra avvenuto stato depressivo. Un racconto che scuote il visitatore rendendolo partecipe di profonde emozioni.
Abbiamo avuto modo di seguire linguaggi fotografici sintetici e comunicativi. Sequenze fotografiche penetranti nel contesto emotivo del racconto. Una mostra importante. Contraddizioni, violenze, dubbi e frustrazioni si riflettono nello specchio sociale impoverito di valori. Il visitatore pone la sua firma sul libro delle presenze ed esce dalla sala. Le opere esposte lo seguono; lo abbiamo turbato, pensano. Magari, lo fosse!

Gianni Gaetano

 

Anna Ferigo

Antonino Fermani

Chiara Boggian

Eleonora Callierotti

Emanuela Laurenti

Porto i tacchi perché dicono slancino le gambe e rendano la donna più femminile.

La mia postura però tradisce quel lato del mio carattere fragile e insicuro. I tacchi sono un must, più alti e colorati sono e più sexy si è, come le vallette in tv. Gonne, vestiti, calze all’ultimo grido pur di far parte di quel mondo labile che scorre davanti ai miei occhi come in un film. Poi capitano gli inconvenienti che mi riportano con i piedi a terra, a contatto con la realtà e opto per una vita più razionale e dal profilo basso. Via i tacchi a spillo, via i vestiti appariscenti: un bel paio di scarpe da ginnastica per rimettersi in moto e una ballerina per affrontare la vita a passi più decisi.

Ho la convinzione così di aver maturato una certa saggezza, che nulla può sconfiggermi: mi si sento più donna di prima. Ma nel momento in cui raggiungo un punto di equilibrio, che mi identifico in qualcosa, ecco che la vita mi rimette alla prova, a modo suo.

All’improvviso una diagnosi, una cura, una morte improbabile: è una storia tragicomica che racconta con fiduciosa ironia l’imprevedibilità della vita.

 Segnalato al circuito di Portfolio Italia 2013 – Trentino Immagini

Enzo Bologna

Fabrizio Giusti

Gigi Sommese

Maurizio Fiammengo

Remo Forcellini

Sandy Kirchlechner

Stefano Andretta

Viviana Morandi